Ogni 15 giorni, in occasione del cambio lunare della mezzaluna, e a complemento delle Riflessioni sul Dhammapada inviate alla luna piena e alla luna nuova dal monastero Santacittarama, Saddha invia una similitudine per la contemplazione del Venerabile Ajahn Chah. Chi volesse riceverla, può iscriversi alla nostra mailing list oppure potrà leggerla in questa pagina qualche tempo dopo.
In Parole Povere
del Venerabile Ajahn Chah
tratto dal libro In Simple Terms tradotto dal Thai all’inglese da Thanissaro Bhikkhu e in italiano da Daniele Fappiano e Osvaldo De Massimi (Sudhammo), pubblicato da Aruna Publication.
“… Il Dhamma è proprio così, parla con similitudini, perché il Dhamma non ha nulla. Non è rotondo, non ha degli angoli. Non c’è modo di conoscerlo se non attraverso comparazioni. Se comprendi questo, allora comprendi il Dhamma”.
“Non pensare che il Dhamma si trovi lontano da te. Si trova con te, riguarda te. Dagli un’occhiata. Un minuto sei felice, il minuto dopo sei triste, prima sei soddisfatto, poi arrabbiato con una persona, fino ad odiarla: tutto questo è Dhamma … ”
1. La tua vera casa
La tua casa esterna non è la tua vera casa. È la tua casa immaginaria, la tua casa nel mondo. Perché la tua vera casa è la pace. Il Buddha ci ha insegnato a costruire la nostra casa, lasciando andare fino a quando raggiungiamo la pace.
2. Verso l’Oceano
I torrenti, i laghi e i fiumi che scendono verso l’oceano, quando raggiungono l’oceano, hanno tutti lo stesso colore blu, lo stesso gusto salato.
Lo stesso accade con gli esseri umani: non importa da dove provengono. Quando raggiungono il flusso del Dhamma, è tutto lo stesso Dhamma.
3. Acqua sotterranea
Il Buddha è il Dhamma; il Dhamma è il Buddha. Il Dhamma al quale il Buddha si è risvegliato è qualcosa di sempre presente nel mondo. Non è scomparso. E’ come acqua sotterranea. Chiunque scavi un pozzo fino al livello della falda vedrà l’acqua. Non è che quella persona abbia creato o portato l’acqua ad esistere. Tutto ciò che ha fatto è mettere la sua forza nello scavare il pozzo in modo che fosse abbastanza profondo per raggiungere l’acqua già presente.
Quindi, se abbiamo qualche discernimento, ci renderemo conto che non siamo affatto lontani dal Buddha. Siamo seduti davanti a lui proprio in questo momento. Ogni volta che comprendiamo il Dhamma, vediamo il Buddha. Coloro che sono intenti a praticare continuamente il Dhamma – ovunque essi siano seduti, in piedi, o stiano camminando – sono sicuri di ascoltare il Dhamma del Buddha in ogni momento.
4. È tutto qui
Il Buddha è il Dhamma, il Dhamma è il Buddha. Egli non si è portato via la conoscenza alla quale si è risvegliato. L’ha lasciata proprio qui. Per dirla in parole povere, è come gli insegnanti nelle scuole. Non sono stati insegnanti fin dalla nascita. Hanno dovuto frequentare il corso di studi per insegnanti prima che potessero essere tali, insegnare nella scuola e venire pagati per questo. Dopo un po’ essi moriranno – smettendo così di essere insegnanti. Ma, in un certo senso, si può dire che gli insegnanti non moriranno. Le qualità che rendono le persone degli insegnanti rimarranno qui. E’ lo stesso con il Buddha. Le nobili verità che hanno fatto di lui il Buddha rimangono ancora qui. Non sono scappate da nessuna parte.
5. Elefanti, buoi, bufali d’acqua
Addestrare bene la propria mente è un’attività utile. Possiamo vedere questo anche negli animali da soma, come gli elefanti, i buoi e i bufali d’acqua. Prima di potere farli lavorare dobbiamo addestrarli. Solo quando sono ben addestrati possiamo usare la loro forza per destinarla a vari scopi. Tutti voi lo sapete.
Una mente ben addestrata è maggiormente di valore. Guardate il Buddha e i suoi nobili discepoli. Hanno cambiato il loro stato da persone ordinarie a nobili esseri, rispettati ovunque dagli altri. E sono stati di gran beneficio a tutti noi molto più di quanto avessimo potuto immaginare. Questo deriva dal fatto che hanno addestrato bene le loro menti.
Una mente ben addestrata è utile in ogni situazione. Ci permette di fare il nostro lavoro con circospezione. Ci rende riflessivi invece che impulsivi e ci permette di sperimentare una felicità confacente alla nostra posizione nella vita.
6. Le radici
Siamo come un albero con radici, una base e un tronco. Ogni foglia, ogni ramo, dipende dalle radici per assorbire le sostanze nutritive dal terreno e le radici stesse inviano questi nutrimenti all’intero albero.
Il nostro corpo, più le nostre parole ed azioni, il nostro senso della vista, dell’udito, dell’olfatto, del gusto, del tatto e del sentire, sono come i rami, le foglie e il tronco. La mente è come le radici che assorbono le sostanze nutritive e le inviano dal tronco alle foglie e ai rami, in modo che possano fiorire e portare i frutti.
7. Il portafoglio smarrito
È come se usciste di casa e perdeste il vostro portafoglio. È caduto dalla tasca sulla strada, lontano, laggiù, ma finché non vi renderete conto di quello che è successo vi sentirete a vostro agio, perché ancora non sapete qual è la ragione di questo agio. È per il bene del dis-agio che proverete in un secondo momento. Quando alla fine scoprirete che avete davvero perso i vostri soldi, a quel punto proverete dis-agio, quando il fatto compiuto sarà proprio di fronte a voi.
Lo stesso vale con le nostre azioni buone e cattive. Il Buddha ci ha insegnato a conoscere noi stessi tramite queste cose. Se non siamo a conoscenza di queste cose, non avremo alcun senso di quello che è giusto o sbagliato, buono o cattivo.
8. Le ruote del carro, le tracce del carro
Il ciclo delle rinascite è come la ruota di un carro. Il bue trascina il carro. Se continua a tirare il carro senza fermarsi, le tracce del carro continueranno a cancellare le tracce del bue senza sosta. Le ruote del carro non sono lunghe, ma circolari. Potremmo dire che sono lunghe, ma la loro lunghezza è circolare. Vediamo la loro circolarità, ma non vediamo la loro lunghezza. Fino a che il bue tirerà senza fermarsi, pure le ruote del carro gireranno senza fermarsi.
Un giorno il bue si ferma. È stanco. Il giogo cade. Il bue va per la sua strada, il carro va per la sua strada. Le ruote del carro si fermano di loro iniziativa. Se le lasciate lì per lungo tempo si deterioreranno nella terra, nell’acqua, nel vento e nel fuoco, tornando ad essere erba e suolo.
È la stessa cosa con le persone che continuano a produrre kamma: non arrivano ad una conclusione. Le persone, semplicemente parlando della verità, non arrivano ad una conclusione. Le persone con visioni errate non concludono.
9. Un blocco di ghiaccio
Se si colloca un grande blocco di ghiaccio a pieno sole, si può guardarlo deteriorarsi, poco a poco, pezzo per pezzo. In pochi minuti, solo in poche ore, sarà tutto sciolto in acqua. Allo stesso modo il corpo umano invecchia. Questo è chiamato khaya-vaya: la fine, il deterioramento.
Il deterioramento delle cose composte sta andando avanti da molto tempo, fin da quando il mondo è venuto ad essere. Nel momento stesso che nasciamo, ne diventiamo soggetti. Non possiamo evitarlo in nessun modo. Con la nascita, ci carichiamo anche della malattia, della vecchiaia e della morte. Tutto in un sol colpo.
Guardate come questo vostro corpo si deteriora. Ogni parte si deteriora. I capelli si deteriorano, la peluria si deteriora; le unghie delle mani e dei piedi si deteriorano, la pelle si deteriora. Ogni cosa, non importa cosa, si deteriora in linea con la sua natura.
10. Figli, proiettili
Una pistola spara fuori i suoi proiettili – i suoi “bambini”, che sono come i nostri figli – e allo stesso suo modo noi ci spariamo dentro, dritto al cuore. Quando essi sono bravi ci spariamo dritto al cuore. Quando sono cattivi ci spariamo dritto al cuore. I nostri figli sono una faccenda legata al kamma. Ci sono quelli buoni e quelli cattivi, ma entrambi, sia i buoni che i cattivi, sono comunque i nostri figli.
Quando nascono, incominciano ad avere bisogno di noi e più sono fragili più li amiamo. Se uno di loro si ammalasse, lo ameremmo più di tutti. Quando andiamo fuori casa ricordiamo al più grande dei figli: “Bada alla tua sorellina. Tienila d’occhio” … perché l’amiamo. Quando stiamo per morire gli diciamo: “Tienila d’occhio. Bada a mia figlia”. Lei non è abbastanza forte, così l’amiamo ancora di più.
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